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Anche l'isola di Marettimo possiede un castello e questo si trova sul grande promontorio di Punta Troia, da cui prende il nome.
Il Castello Aragonese fu costruito quando, nel 1140, il re di Sicilia Ruggero II trasformò un'antica torre saracena di avvistamento in un castello per presidiare la parte più estrema occidentale del suo regno.
Nei secoli successivi il Castello Aragonese continuò ad assolvere una funzione difensiva nei confronti degli abitanti, che erano costretti a vivere clandestini nella loro stessa casa a causa della dominazione spagnola, quando Marettimo divenne l'ambiente ideale per pirati e predoni di ogni genere.
Con la dominazione borbonica anche il Castello Aragonese di Marettimo divenne un carcere-fortezza soprattutto per i prigionieri politici.
Anche Guglielmo Pepe fu imprigionato in questa orrida prigione, che fu abolita nel 1844 dal re Ferdinando II. Con la dismissione da prigione il Castello Aragonese cadde lentamente in rovina e con esso anche l'adiacente chiesa di S. Anna, che rappresentava per i marettimari un luogo di riferimento, non solo di culto, per ricevere i sacramenti.
Nel maggio del 2011 il Castello Aragonese fu nuovamente inaugurato dopo un lungo periodo di restauro, grazie al quale l'intera struttura è stata recuperata ed adibita a museo. E anche operativo un osservatorio, denominato "Foca Monaca", che ha lo scopo di monitorare l'Area Marina Protetta. Inoltre sono state attivate una serie di iniziative culturali sulla storia del Castello Aragonese e anche delle isole Egadi, lanciando uno sguardo particolare anche sugli altri manieri presenti sull'arcipelago.
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