I capolavori dell'artigianato artistico trapanese in mostra
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I CAPOLAVORI DELL'ARTIGIANATO ARTISTICO TRAPANESE IN MOSTRA


I capolavori dell'artigianato artistico trapanese in mostra

 

Recensita da Luca Sciacchitano il

 

 


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Mercoledì prossimo 22 dicembre s’inaugura “Legno, tela e.. la scultura polimaterica trapanese tra seicento e novecento”, la nuova mostra che si terrà presso il Polo Espositivo di Sant’Agostino del Museo diocesano di Trapani. In esposizione i capolavori dell’artigianato trapanese: una vera arte, un unicum che nei secoli ha distinto la produzione del territorio.

Si tratta di un’esposizione che valorizza le opere di un'espressione tipica dell'artigianato artistico trapanese che fino a poco tempo fa era impropriamente (ed erroneamente) definito cartapesta. In realtà si tratta di sculture polimateriche realizzate in legno, tela, colla, paglia, sughero, ferro ecc.... Sarà presentata una selezione di opere della grande produzione artistica trapanese che va dal '600 all'800. Il Museo Pepoli ha prestato la collezione di statuine presepiali che sono certamente tra le opere più significative tra quelle esposte. Interessantissima è l’Addolorata di Lorenzo Curti, prestata dalla Chiesa di Sant'Oliva in Alcamo. Da Erice, tra le altre opere, proviene la bella "Sacra Famiglia" della Chiesa di San Cataldo, recuperata attraverso un sapiente intervento nel laboratorio di restauro della soprintendenza ai BB.CC. di Trapani.

In mostra 22 opere corredate di una zona dove sarà messa in evidenza la tecnica di produzione delle opere. La Soprintendenza ha inoltre allestito delle vetrine didattiche a Palazzo Pappalardo, sulla via Garibaldi e un cantiere aperto di lavoro di restauro delle opere polimateriche che sarà fruibile dalle scolaresche alcuni giorni la settimana.

Nelle botteghe trapanesi, per più generazioni, si formarono numerosi maestri che individuarono ed elaborarono con le sculture polimateriche un linguaggio artistico comune che, utilizzando materiali poveri, aveva la caratteristica di mirare al senso della realtà. L’elaborazione di tale originale tecnica fu motivata soprattutto dall’esigenza di realizzare opere di grandezza naturale, a tutto tondo, che fossero leggere per la devozione processionali.

“Per la mostra si è operata una selezione diacronica delle opere per meglio individuare gli artisti e le botteghe per illustrare la valenza dei manufatti, la loro funzione e l’evoluzione cronologica del loro uso nel rito e nell’apparato di rappresentanza della Chiesa – spiega la direttrice del Museo diocesano Anna Maria Precopi Lombardo - Gli scultori trapanesi scolpivano in legno le teste, i piedi e le mani che venivano assemblati su una struttura lignea sulla quale successivamente erano modellati materiali come la paglia o il sughero; il tutto veniva ricoperto da lino o altro tessuto realizzando interessanti modellati che erano dipinti e fissati con particolari colle. La più nota espressione di questa tecnica e della valenza operativa è testimoniata dalle processioni dei Misteri di Trapani ed Erice”.

Questa tecnica, cosiddetta del “legno tela e colla”, accomuna quasi tutti gli artisti trapanesi dei secoli XVII e XVIII. Giovanni Matera, i Ciotta, Giuseppe Milanti, Giacomo Tartaglia, i Nolfo, Baldassare Pisciotta, Vito Lombardo sono solo alcuni dei valenti scultori attivi tra il ‘600 e il ‘700; fra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento continuarono sulla loro scia Pietro Croce, Antonio Giuffrida, Giuseppe Cafiero, Domenico Li Muli,.

La tecnica utilizzata per la realizzazione delle sculture polimateriche trapanesi consisteva nello scolpire accuratamente nel legno i volti, le mani, i piedi e le parti anatomiche visibili e nell’assemblarle, ad incastro, su una struttura lignea appositamente realizzata alla quale veniva inoltre fissato del sughero e/o della paglia per abbozzare la forma anatomica del corpo e creare il volume della statua.
L'assemblaggio di pezzi staccati consentiva allo scultore la possibilità di creare opere librate nello spazio; col colore venivano mascherate le giunture; il filo di ferro e le strutture elementari di legno e sughero venivano rivestiti e, con il modellato di tela e colla, il panneggio conquistava cadenze naturalistiche che contribuivano allo spettacolare effetto finale.

I sacri gruppi dei Misteri di Trapani e di Erice sono le opere che maggiormente mettono in evidenza non solo la loro straordinaria forza espressiva, ma anche l'uso processionale che rendeva oltremodo utile la loro leggera composizione polimaterica. Arte e tecnica al servizio della ritualità della fede hanno prodotto queste straordinarie opere.

“A ridosso della Settimana Santa – afferma don Piero Messana, direttore dell’ufficio diocesano Beni Culturali - si organizzerà un Convegno sulla tecnica della composizione di queste statue e verrà proposto al più grande pubblico dei turisti, dalla primavera fino alla fine di agosto, il circuito che partendo dalla Chiesa del Purgatorio, passando dal Polo espositivo di Sant'Agostino terminerà nella Chiesa di San Giuliano di Erice”.

La mostra è il risultato di un lavoro di sinergia tra il Museo Diocesano, la Soprintendenza ai Beni Culturali e il Museo Regionale Pepoli. In occasione della mostra la Soprintendenza di Trapani consentirà la visita a “cantiere aperto” nel laboratorio di restauro; sarà riservato un giorno la settimana alle scuole che ne faranno richiesta.

L’inaugurazione di mercoledì 22 dicembre sarà preceduta da una prolusione della direttrice del Museo Anna Maria Precopi Lombardo alle ore 19.00 presso la Chiesa del Collegio di Trapani. Seguirà l’illustrazione delle tecniche di restauro da parte del dott. Tommaso Guastella della Soprintendenza ai beni culturali di Trapani. Sarà la presidente dell’associazione “Amici del Museo Pepoli”, la prof.ssa Lina Novara, a presentare la mostra con una visita guidata per gli ospiti presso il Polo Espositivo di Sant’Agostino.

Fonte: Marsala.it

 

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